Che sia per una vacanza, un fine settimana o una gita di un giorno, è una bella scoperta scoprire il Principato di Monaco con bambini. Vi si trovano monumenti e attrazioni del tutto originali a cui fanno da sfondo la storia e l’operato dei Principi. A partire dal Castello con l’immancabile Cambio della Guardia, o dall’Oceanografico dove tutto è pensato proprio per i bambini, al Museo di Antropologia con gli scheletri preistorici, o ai tanti angoli suggestivi tra giardini esotici e spiagge, questo piccolo Stato di soli 2 km quadrati mostra un lato pieno di curiosità e di fascino superando lo stereotipo che lo lega al suo quartiere più conosciuto ed esclusivo, Montecarlo, con il Casinò e l’Hotel de Paris, passerella di auto lussuose e celebrità.
Ci caliamo nel micromondo dei Principi per qualche giorno. Entriamo fin da subito nell’atmosfera incantata della mitica Grace, imbattendoci proprio di fronte al nostro hotel nella sua figura statuaria scolpita per l’eternità, con uno sguardo beato tra migliaia di rose. Sono infatti più di 4000 i roseti che compongono il Giardino delle rose (Roseraie Princesse Grace), creato su iniziativa del principe Ranieri nel 1984 in ricordo della moglie. Un luogo ameno e rilassante nel quartiere Fontvieille, dove il fruscio dei taxi dei turisti che si recano all’Hotel Columbus si mescola alle voci dei bimbi che saltellano al parco giochi e che, insieme alle loro mamme, vivono questi spazi nella quotidianità.
Il Principato di Monaco con bambini, atmosfera sognante
Il nostro soggiorno a Monaco è cominciato e continuerà sotto il segno di un’aura regale infusa dalla presenza passata e attuale dei Principi. Le attrazioni che abbiamo visto sono promosse dai regnanti e sono a dir poco superlative e molto family friendly. È evidente che il valore della “famiglia” qui a Monaco sia una questione importante, probabilmente una questione di Stato! Ci si può godere ogni angolo del Principato e scoprire quanta attenzione sia posta ai bambini.
In un itinerario di due-tre giorni a Monaco vi consigliamo di vedere innanzitutto il Palazzo dei Principi e L’Oceanografico, salendo su Monaco-Ville dove trovate anche i meravigliosi giardini di Saint Martin. A seguire la visita al Museo di Antropologia Preistorica e poi la scelta si fa su varie altre proposte, che vanno dal culturale al botanico, al divertimento o allo shopping. Ce n’è veramente per tutti i gusti in quello che è il secondo Stato più piccolo al mondo dopo il Vaticano con soli 2 km quadrati di territorio.
Il Palazzo dei Principi, il cambio della guardia e gli affreschi ritrovati del Cinquecento
La residenza privata del Principe Sovrano è visitabile nel periodo che va da fine marzo fino al 13 ottobre 2024. Se la prima edificazione del castello risale al 1215, l’aspetto odierno è quello di una sontuosa residenza barocca, però con effetto sorpresa: gli affreschi rinascimentali scoperti solo pochi anni fa. È stato nel 2015, par hasard, come dicono i francesi, che è apparso il primo affresco. E ora uno alla volta, questi meravigliosi dipinti che colorano volte, lunette e soffitti dei Grands Apartements stanno riprendendo la luce dopo ben cinquecento anni, grazie a un lavoro minuzioso di restauro. Si tratta di soggetti della mitologia greca – Ulisse, Ercole ed Europa – dipinti tra 1540 e 1550, di probabile influenza genovese, perché lo stile richiama i Palazzi dei Rolli.
Al Palazzo dei Principi si va anche e soprattutto per assistere al Cambio della Guardia. Una tradizione che si ripete ogni giorno alle 11.55 e dura 5 minuti. Il video che segue racconta ogni istante dell’evento.
L’Oceanografico e la mostra Missione Polare
A pochi passi a piedi dal Palazzo, superata la Cattedrale dove si è sposata Grace nel 1956, si raggiunge un imponente edificio affacciato sul Mediterraneo: è la sede dell’Istituto Oceanografico di Monaco fondato nel 1910 dal Principe Alberto I, un grande esploratore con una curiosità immensa per la scienza e per gli oceani. Questo principe visionario condusse 28 spedizioni scientifiche, percorse il Mediterraneo, si spinse fino alle Azzorre e tentò l’avventura artica nella zona dello Spitzberg.
E’ per dare slancio e prestigio all’oceanografia che decise di dedicarle una fondazione, la cui eredità culturale è stata portata avanti con grande impegno prima da Ranieri e oggi dal principe Alberto II attraverso il Centro scientifico di Monaco, in prima linea sullo studio dei sistemi polare e tropicale, sull’inquinamento e sul riscaldamento globale.
L’Oceanografico è un luogo per le famiglie, come scrivono sul sito “100% i bambini sono benvenuti”. La visita comincia dall’Acquario diviso in due sezioni principali, tropicale e mediterraneo. Nell’acquario tropicale vi imbatterete in squali e piranha, pesci pagliaccio e pesci pietra dagli aculei letali, e potrete ammirare gli ippocampi oltre ad altre specie. Interessante la vasca della barriera corallina (che si riproduce proprio qui) con i pesci variopinti.
Nel Mediterraneo si fa conoscenza con il polipo intelligente, le inquietanti murene o le fluttuanti meduse. Non perdete una delle animazioni proposte, ce ne sono di tanti tipi. Quella del bacino tattile, per toccare i pesci, per esempio è quotidiana e va prenotata in biglietteria o sul sito.
La visita prosegue al piano superiore dove si trova il Museo che raccoglie le testimonianze delle imprese in mare di Alberto I. E’ un percorso alla scoperta dell’oceanografia attraverso specie imbalsamate e scheletri di mammiferi marini, fotografie, modellini e documenti d’archivio.
Dal 2009 un nuovo impulso è stato dato alle esposizioni del Museo Oceanografico: arte contemporanea, immagini della natura e dell’esplorazione, e mostre coinvolgenti, esperienziali o interattive si alternano nelle sale monumentali del Museo.
La visita termina sul roof dove è stato adibito un fantastico parco giochi! E dove osservare un panorama a volo d’aquila sul Principato.
Il Museo di Antropologia Preistorica e il Mammut siberiano
Prima ancora di interessarsi all’Oceanografia, il Principe Alberto I era un grande appassionato delle origini della vita e dell’uomo. Un amore scaturito da giovane dalle letture di Darwin, quando era studente a Parigi, e coltivato dall’incontro con tante personalità scientifiche dedite alla geologia e alla paleontologia. L’occasione di promuovere lui stesso uno scavo importante si presentò con l’acquisto della grotta Barma Grande, nel complesso di grotte primitive dei Balzi Rossi, ubicate a Ventimiglia.
Il museo fu aperto nel 1902 per contenere i reperti degli scavi della Grotta del Principe (così fu poi rinominata) e altri resti preistorici ritrovati in altri siti nel territorio del Principato, che testimoniano come la Costa Azzurra sia stata fin da un milione di anni fa un sito di occupazione privilegiato.
Per bambini e genitori una visita a questo museo rappresenta un affascinante viaggio nel tempo più remoto. Pannelli didattici rinfrescano anche ai genitori la storia dell’evoluzione umana e pezzi suggestivi sono gli scheletri della sepoltura doppia ritrovati nella Grotta dei bambini, del paleolitico superiore, e lo scheletro dell’orso delle caverne risalente al pleistocene superiore. Sarà inoltre difficile trattenere lo stupore davanti allo scheletro di mammut, ritrovato in Siberia e datato da 14.000 a 30.000 anni a.C.
Un museo aperto tutto l’anno – con tante attività per le famiglie – che rendw la visita al Principato di Monaco con bambini ancora più entusiasmante.
I giardini del Principato: architettura del verde e biodiversità
Il clima mite della Costa Azzurra vi farà amare i giardini di Monaco tutto l’anno. Ce ne sono tanti e sono tematizzati. Se abbiamo già nominato il Giardino delle Rose della Principessa Grace, nei pressi dell’Oceanografico si vivono i Giardini Saint Martin dove stiamo tutti con il naso all’insù per scorgere gli uccellini, ce ne sono di tante specie. Si osservano le loro casette di legno sopra gli alberi, inserite grazie al programma di studio e conservazione dell’avifauna urbana. E vi troviamo anche la casa degli insetti impollinatori!
Ora andiamo a passeggiare nel Giardino giapponese. Uno spazio zen, incorniciato dai grattacieli della città. Gli elementi tipici del giardino nipponico ci sono tutti: la cascata, il laghetto, il ponte, la casa del tè. E le carpe koi di tanti colori ci fanno venire l’idea di una caccia al tesoro. Chi ne vedrà di più e le saprà riconoscere?
Il giardino più interessante è in ogni caso il Giardino Esotico (Jardin Exotique), un luogo bellissimo con piante grasse da varie parti del mondo, concepito alla fine dell’Ottocento, adiacente al Museo di Antropologia.
Se vi piace l’idea di scoprire Monaco nel suo momento di massimo splendore floreale, vi posso infine suggerire un viaggio in primavera durante il festival dei Giardini della Costa Azzurra.
Altri luoghi che amerete: il mercato della Condamine, la spiaggia di Larvotto… e il mondo dei motori
Una visita al Principato di Monaco con bambini è molto altro ancora.
A Monaco si viene anche per la spiaggia, per le auto e per godersi la vita nei buoni ristoranti. Non tralasciando però gli angoli frequentati dai residenti. Tra questi ultimi vi è la Place d’Armes, dove si trova il Marché de la Condamine, un luogo vivace e senza convenzioni, proprio per famiglie grazie a un parco giochi recintato, una piazza dove si svolgono feste e spettacoli e un’ottima pizza sulla terrazza.
La spiaggia di Larvotto è l’altro luogo del Principato per i bambini. Una grande piazza dove correre, riconoscibile dalla fontana di Guy Lartigue, omaggio alla Principessa Grace, restituita al suo splendore da pochi anni. Una spiaggia libera dove fare il bagno nelle giornate estive, o passeggiare e godersi la vista del Mediterraneo.
Addicted o non addicted della Formula 1, la Collezione delle auto del Principe di Monaco è un altro museo rappresentativo del Principato. Non sarà difficile convincere i mariti ad andare a Monaco, basta mettere nel piano di visita questo tempio delle auto che hanno segnato molte epoche.
E adesso arriviamo nel posto più noto di Monaco, Montecarlo, il quartiere del lusso che gira attorno alla piazza del Casinò. Lo abbiamo lasciato per ultimo perché non ha bisogno di presentazioni, ma non è scontato come può sembrare. Ogni volta che lo si frequenta si mostra con una luce diversa, dipende se si va con amici, in coppia o in famiglia. In ogni caso non perde mai la sua veste scintillante.
Dove dormire e dove mangiare: gli indirizzi per le famiglie
Hotel Columbus Montecarlo. Un hotel ideale per famiglie, moderno e confortevole. Nella piscina potete rinfrescarvi nelle giornate estive più calde. Il kidsclub è una chicca, ideato con la consulenza di Lauren McCreery, (fondatrice di Les Petits Monaco), esperta di giochi, oggetti per bambini e arredamenti di camerette, provenienti dalla Scandinavia e dalla Francia completamente ecosostenibili.
Lo spazio è adibito all’interno di una stanza dell’hotel in cui i bambini sono supervisionati da personale qualificato e vengono proposte delle attività al costo di 60 euro al giorno, pranzo incluso. L’hotel offre poi ai piccoli ospiti i tricicli e monopattini in legno della Banwood, in questo caso gratuitamente, per visitare il Giardino delle Rose e andare al parco giochi che è appena dall’altro lato della strada. I prezzi delle camere sono medi, salgono in alcuni periodi dell’anno dove ci sono eventi particolari e diventano inaccessibili durante il Gran Premio.
Ristorante Norma. Marché Condamine. Ristorante italiano dove la pizza è squisita e vi è una bella vista sulla Place d’Armes dove si trova un parco giochi per i bimbi.
Brasserie de Monaco. Porto Hercule. Di fronte alla marina, in questa brasserie assaggiate degli ottimi Barbajuan, i ravioli fritti con gli spinaci, tipici di Monaco.
Mada One. Montecarlo. Bistrot vicino al Casinò, nella via delle griffe, ideale per un pranzo in famiglia per la varietà e la qualità del cibo e per i prezzi nella norma.
Se cercate il lusso, all’Hotel Hermitage Monte-Carlo i bambini sono sempre benvenuti, così come per un pranzo o una cena al ristorante stellato Pavyllon, all’ultimo piano dello stesso hotel, dove vi aspetta un ambiente raffinato.
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Per informazioni turistiche
https://www.visitmonaco.com/it
Copyright: FamilyGO. Foto di P. Bertini; B. Vergely: F. Pacorel; S. Peroumal.