Cosa fare una settimana in questo “un gioiello al sole”, per usare la definizione del grande cantante Freddy Mercury? Vi raccontiamo la nostra vacanza a Barcellona con i bambini a partire dal quartiere di Gratìa, a zonzo tra le vie della città ammirando le splendide facciate dei palazzi modernisti e curiosando nei musei, anche quelli meno conosciuti ai più.
Una settimana a Barcellona? E cosa farai mai! Sì, noi a Barcellona ci siamo stati ben sette giorni e non ci sono bastati! Certo nel nostro caso avevamo deciso di fare “vita da barceloneti”, quindi prima regola: chiedere agli amici dove affittare casa! E dove se non l’antico ed affascinante quartiere di Gratìa, non proprio centralissimo ma assolutamente non turistico e unico nel suo genere.
“Eleonora”, mi dice la mia amica Giovanna, trasferitasi oramai oltre 10 anni or sono nella città di Gaudì con i suoi tre figli, “dipende da cosa cerchi in questa città, sicuramente se vuoi gironzolare per mercati la mattina e sederti nelle caratteristiche tapas seguendo i loro tempi, Gratia è il quartiere adatto a voi. Tra l’altro” aggiunge, ” è collegato benissimo a tutte le principali attrazioni tramite la metro”.
Gratìa è infatti un quartiere emblematico e pieno di carattere. Basti pensare che da oltre 200 anni i residenti addobbano le vie con le bandiere catalane, simbolo del forte orgoglio di una cittadina che fu indipendente sin dal 1897! Cittadina? Beh sì, infatti alla fine dell’Ottocento Gratìa era una piccola cittadina che sorgeva alla periferia di Barcellona. Poi, con i grandi lavori urbanistici di fine Ottocento è stata via via inglobata nel tessuto della capitale catalana divenendo un vero e proprio quartiere della città.
Vivere i quartieri di Barcellona con i bambini in una settimana
Nelle guide Barcellona è la città di Gaudì, sicuramente elemento distintivo e caratterizzante. Ma Barcellona è molto altro ancora. Barcellona era un’importante città romana in primis e poi sede di uno dei principali porti del Mediterraneo. La nostra avventura ci ha portato così a scoprire tanti luoghi poco conosciuti che ci sono rimasti letteralmente nel cuore. Ma cominciamo con ordine…
Il primo giorno ci siamo dedicati solo alle facciate dei palazzi… sì, avete capito bene, alle facciate! Barcellona subì un importante intervento urbanistico alla fine dell’Ottocento divenendo una delle più significative capitali europee, simbolo della grande rivoluzione industriale. L’incremento industriale e la susseguente inurbazione, portò gli imprenditori illuminati a intervenire pesantemente nel tessuto urbano seguendo naturalmente lo stile più in voga del momento: il Modernismo fatto di linee decorative vivaci, elementi floreali coloratissimi e un gusto eclettico tutto nuovo, che trovò in Antoni Gaudi il suo massimo sponente per originalità e bravura tecnica, considerato unanimemente come uno dei padri dell’architettura moderna.
Scendiamo così lungo il Passeig de Gratìa, un grande boulevard affollato di lussuosissimi negozi internazionali ospitati in palazzi splendidi. Da questo punto in poi basta alzare gli occhi! Oltre ai due capolavori indiscussi di Gaudì – Casa Battlò e l’arcinota Casa Milà, detta comunemente “La Pedreira” – sono degni di nota anche l’Hotel Fuster e Casa Amattller. Decidiamo quindi di fare una “scorpacciata” di facciate moderniste riproponendoci di visitarle nel dettaglio nei giorni successivi.
Lungo la strada il visitatore può cominciare infatti a cogliere gli aspetti più significativi del modernismo catalano caratterizzato da elementi neo-mudejar propri dell’architettura moresca, elementi neo-gotici, neo-romanici in cui risalta l’uso sapiente del ferro battuto, simbolo della modernità, che si contrappone ai numerosissimi elementi naturali in ceramica (fiori, piante, animali) simbolo di un nostalgico ritorno alle origini. La zona è indubbiamente molto turistica ma se vi allontanate di pochi metri potete trovare anche qui localini con tapas niente male.
Scendendo verso il porto prendiamo la funivia che porta a Montjuc e che dà una visione d’insieme della città e del suo immenso porto.
Il giorno dopo, di buon mattino, decidiamo di immergerci nella vita di quartiere. Gratìa ha molti mercati e fare la spesa assaggiando formaggi, dolci e salumi locali è un must. Tra le prelibatezze: la coca forner, una pizza bianca condita con anice e miele, i churros serviti con il cioccolato caldo e le ensaimadas appena sfornate. I mercati rionali sono ottimi anche per gustare delle buone tapas al bancone con un buon vaso de tinto, il loro vino rosso. Barcellona ha ottime pasticcerie retrò dove sembra di tornare indietro di oltre un secolo come La Estrella e Mauri. Ora siamo pronti per affrontare i musei e le attrazioni di questa spettacolare città.
I musei di Barcellona
Un capitolo a parte nei miei reportage è dedicato ai musei. Barcellona è una città ricca di storia e di storie e i suoi musei possono aiutarci a scoprirla. Prima di raccontarvi i siti museali un consiglio è d’obbligo: pianificate bene la vostra visita perché a Barcellona quasi tutti i musei hanno un giorno settimanale gratuito; se non vi recate in un periodo di grande affollamento è quindi possibile visitare gran parte dei musei gratuitamente! Se ciò non è possibile vi consiglio di prenotare i biglietti on-line perché essendo molti di essi case-museo necessitano l’ingresso contingentato e rischiereste di dovervi accontentare delle loro bellissime facciate.
Ecco alcuni dei siti museali più interessanti da noi visitati.
Museo de la historia de Barcelona. Piccolo museo nel centro storico medievale. Molto interessante il percorso guidato nella Barcellona sotterranea romana. Una visita di circa un’ora per sfuggire al caos delle vie del centro storico con l’aiuto di una buona audioguida.
Museu maritim di Barcelona. Museo inspiegabilmente poco pubblicizzato che risale al 1936; nato con lo scopo di preservare e diffondere il patrimonio culturale marittimo del Mediterraneo è situato negli ex cantieri navali reali di Barcellona. Non esagero quando scrivo che è tra i musei migliori che io abbia mai visto e sì che ne ho visitati tanti nella mia vita! Un apparato didattico eccezionale, tradizionale ma anche digitale e interattivo, come straordinaria è anche la quantità di reperti di tutte le epoche. Barche antiche, vascelli, e modelli delle navi che hanno fatto la storia della navigazione. Compreso nel biglietto anche l’audioguida. In poche parole un viaggio nella città attraverso il mare e le sue imbarcazioni e tutti – ma proprio tutti – gli aspetti della navigazione. I ragazzi non volevano più uscire! Necessita una visita di 2-3 ore.
Fondazione Mirò. Un’isola di giochi di colore e di gioia. Adatto a bimbi e ragazzi di tutte le età. È raggiungibile solo con il taxi (il bus non passa mai e la metro è lontana). L’apparato didattico non è un granché come anche i testi dell’audioguida (a pagamento a parte). Sicuramente un’ottima location dove realizzare degli shooting fotografici dei vostri figli.
Museo Nacional. Vetusto e mal collegato. La metropolitana è lontana e bisogna armarsi di buona volontà in quanto è su una collina e occorre salire molti scalini. Certo l’unico modo per avere un quadro dell’arte catalana nei secoli… insomma consigliato solo ai veri appassionati!
Museo Amattler. Proprio accanto alla fila chilometrica di Casa Milà si trova l’ingresso di questa piccola casa-museo appartenuta alla famiglia Amattler, industriali del cioccolato! Il luogo è magico e la visita molto piacevole, a partire dal video che introduce il visitatore nella Barcellona di fine secolo attraverso proiezioni in bianco e nero. La visita prosegue per piccoli gruppi tra le stanze di questa casa borghese per culminare nel cortile al pianterreno dove una cameriera con marsina offre ai visitatori un’ottima cioccolata calda. Inutile dire che i ragazzi hanno chiesto di tornarci! Il bookshop offre scatole in metallo e cioccolato in polvere da leccarsi i baffi. Una meravigliosa alternativa ai soliti souvenirs.
Il Liceu, il teatro dell’opera di Barcellona: un tripudio di fiori. Prima regola? Prenotare per tempo. La visita al teatro dell’opera è un must. Decorazioni floreali incantevoli che lasceranno impresso nella mente dei vostri figli il significato e lo stile floreale di inizio secolo, significati, elementi caratteristici e anche tanto sogno. Arbusti e steli avvolgono letteralmente gli spazi di questo teatro decorato progettato dai più grandi architetti modernisti di Barcellona. Visita guidata inclusa nel biglietto e sala da thè per un riposino pomeridiano in “stile”.
Museu Picasso. Ospitato in uno spazio medievale riccamente decorato, è tra i più noti insieme a quello parigino del Marais. Il museo offre un ampio sguardo sulla produzione iniziale dell’artista svelando molti aspetti di quello che sarà poi la svolta astratta della fine del primo decennio del Novecento. Si parte dagli oli realizzati a Barcellona negli anni ottanta dell’Ottocento per poi passare alle suggestioni francesi dell’ultimo decennio che sfoceranno nei famosi periodi: rosa e blu di primo Novecento. Tra le opere più note del museo il ciclo di opere del 1957 dal titolo: Las Meninas, in cui l’artista rielabora secondo il suo stile cubista l’omonimo capolavoro seicentesco di Diego Vélasquez. Un Museo grande e di non facile comprensione per i bambini anche per la difficoltà del percorso. Super consigliata la visita guidata.
Il magico mondo di Gaudì
Il fascino delle opere di Gaudì è indubbio e certamente non si può visitare Barcellona con i bambini senza visitare almeno alcune delle opere di questo grande architetto catalano. Noi le abbiamo visitate tutte e ciascuno di noi ha la sua preferita, per cui il consiglio è di seguire il vostro istinto e se non siete dei profondi conoscitori di architettura direi di selezionarne qualcuna. La visita infatti è decisamente impegnativa sia perché ogni costruzione richiede una paio d’ore (dato l’affollamento è consigliabile prenotare in anticipo) sia perché i siti sono tutti affidati a fondazioni private e il prezzo di visita per una famiglia è decisamente impegnativo.
Mi soffermo quindi su una delle meno conosciute e lontana dai circuiti del turismo mordi e fuggi: La Casa Vicens. Situata nel grazioso quartiere di Gratìa, che all’epoca era un villaggio che sorgeva nelle vicinanze di Barcellona, Casa Vicens è una delle prime opere di Gaudì. La decorazione interna ed esterna della villa fu commissionata all’architetto catalano tra il 1883 e 1885 come casa di villeggiatura della famiglia Vicens. Gratìa. Al piano terra, sorprende la saletta “fumoir” con la ricca decorazione orientaleggiante in gesso (muqarnas) e i mobili in stile disegnati dallo stesso Gaudì. A primo piano, i motivi vegetali (foglie di vite, giunchi, felci) inondano letteralmente gli spazi intimi delle camere da letto. Fiori come la passiflora sono ricorrenti nel linguaggio di Gaudì. La visita termina all’ultimo piano dove Gaudì crea un tetto accessibile, un belvedere, uno spazio per la meditazione e la contemplazione tra maioliche colorate anch’esse di matrice arabeggiante. Interno ed esterno nell’architettura di Gaudì si compenetrano. La visita dura circa un’ora ed è libera. Il biglietto è gratuito per i bambini fino a 11 anni ed è prevista una riduzione per i genitori di famiglie numerosi o genitori single.
Come spostarsi a Barcellona
Il servizio di metropolitana è ottimo anche se non serve tutti i quartieri della città, pertanto vi consiglio di scegliere l’appartamento o l’hotel lungo la linea L5 che attraversa la città per lungo dal porto fino a Gratìa. I taxi sono comunque tanti e a buon mercato.
Per Informazioni
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