Un museo interattivo, di libera fruizione, dove giocare, esplorare, curiosare: è il Muse, Museo delle Scienze di Trento, un museo a misura di famiglie dove i bambini non avranno modo di annoiarsi.
Fate chiudere gli occhi ai vostri figli e chiedetegli di immaginare il museo dei loro sogni. Uno spazio dove possano giocare, divertirsi e soddisfare la loro insaziabile curiosità di nuove scoperte. Ecco, quello che stanno immaginando di sicuro assomiglia moltissimo al Muse di Trento. Il fatto che si tratti di uno spazio a misura di bambino lo si intuisce non appena si arriva nel piazzale che ospita l’edificio del museo, progettato da Renzo Piano per integrarsi nel paesaggio circostante.
Verde, prati, montagne cariche di boschi tutto intorno: sembra proprio di trovarsi in una bellissima area attrezzata per famiglie, più che nello spazio che porta a un museo. Approfittando di tanto verde, qui i bambini corrono e giocano sull’erba, e non è sicuramente facile convincerli a trasferirsi all’interno. Eppure, non se ne pentiranno, perché dentro il Muse li aspetta un mondo fantastico di animali, esperimenti e divertimento. Niente di noioso: il Muse è un museo dove trascorrere un’intera giornata in famiglia e – perché no? – tornare ancora. A differenza di tanti altri musei, infatti, praticamente tutto al Muse è a portata di bambino e si può – anzi si deve – toccare. E i bambini, naturalmente, non se lo fanno ripetere due volte.
Sei piani di scoperte
Una volta entrati, non si può non rimanere a bocca aperta: di fronte a noi si aprono i sei piani del museo, costruiti ad anello intorno a una corte interna in cui volteggiano, appesi, animali di ogni genere. Cervi, aquile, uccellini di montagna. Ogni piano del Muse racconta un habitat e un aspetto della vita sulla Terra, passando dagli spazi dedicati alla natura alpina, a quelli che approfondiscono la tecnologia e la sostenibilità.
Dopo aver ammirato gli animali e le riproduzioni degli scheletri di dinosauro (che sono certamente le attrazioni preferite dai bambini), al Muse c’è anche spazio per giocare. Sono infatti tantissimi gli esperimenti interattivi, pensati in modo che i bambini possano sperimentare, imparare e divertirsi. In particolare, gli spazi dedicati agli “scienziati di domani” propongono ai più piccoli (ma in realtà vediamo anche tanti adulti che si divertono) una serie di attività ed esperimenti scientifici e di logica. Giochi a incastro, dimostrazioni tridimensionali, leggi fisiche che, prendendo vita, risultano comprensibili anche ai bambini.
Il percorso di visita è pensato in maniera verticale, a partire dalle alte vette (al quarto piano), con i suoi organismi viventi e la riproduzione in ghiaccio vero di un ghiacciaio del Trentino. Scendendo di un piano si trova poi la natura alpina con il bosco, prima di arrivare, al secondo piano, allo spazio dedicato alla geologia. Al primo piano si fa un percorso nella storia, partendo dalla preistoria e ipotizzando il futuro del mondo; mentre il piano terra è quello dedicato alla scienza interattiva.
Gli spazi baby friendly
A dimostrazione che il Muse è uno spazio pensato per i bambini, ci sono le tante aree dedicate al gioco, anche per i più piccoli. Oltre al prato esterno e alla magnifica terrazza panoramica del sesto piano, infatti, all’interno del museo ci sono alcuni spazi in cui passare il tempo accompagnati da un genitore. Per i bambini da zero a cinque anni, ad esempio, c’è Maxi Ooh!, uno spazio sensoriale dove imparare con un approccio vagamente montessoriano.
Dai cinque ai dieci anni si può accedere alla Discovery Room, uno spazio da fruire da soli, con i genitori o con la presenza di un facilitatore, declinato a tema dell’estinzione, con grandi peluche a rappresentare gli animali a rischio di scomparire dal pianeta, exhibit interattivi e giochi di simulazione.
Ovviamente, in un museo così non possono mancare laboratori e attività per i bambini, con un calendario fittissimo che prevede, spesso anche il coinvolgimento dei genitori, nella creazione di una divertente giornata in famiglia. Per esempio, è un appuntamento periodico quello con “Passeggini al museo”, un programma di speciali visite guidate dedicate ai genitori con bimbi piccoli.
Nel museo, oltre il museo
La ricchezza del Muse sta proprio nella sua eterogeneità, che permette di visitarlo anche più volte senza mai annoiarsi. Oltre alla scoperta degli animali impagliati, agli esperimenti scientifici e alle attività laboratoriali, infatti, ad attirare l’attenzione dei più piccoli è anche il planetario digitale, dotato di un avanzato sistema di proiezione in alta definizione che permette di osservare il cielo virtuale riconoscendo stelle, costellazioni e pianeti. C’è anche la serra tropicale, che ricrea in una superficie di 600 metri quadrati la foresta pluviale dei Monti Udzungwa, un centro di diversità ed endemismo dell’Africa Tropicale Orientale in Tanzania. Un’occasione per ammirare una vegetazione rigogliosa ed esotica, abitata da una serie di animali stranissimi, come i camaleonti o i coloratissimi uccelli Turaco di Livingstone.
Informazioni pratiche
Il Muse di Trento è aperto dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18 (weekend e festivi 10 -19). Il biglietto intero costa 11 euro (ridotto 9 euro), ma sono previste diverse scontistiche per le famiglie (ad esempio, due genitori con i figli minorenni entrano con un unico biglietto a 22 euro).
Per i turisti in visita, il Muse ha strutturato una serie di convenzioni con strutture ricettive di diverso livello, nelle quali i visitatori del museo potranno godere di alcune condizioni agevolate, come uno sconto sul soggiorno o un piccolo omaggio di benvenuto. Tra queste, c’è il Grand Hotel Trento, uno storico hotel a quattro stelle in pieno centro città, molto comodo per scoprire i dintorni a piedi. Oppure, il Bed & Brekfast Al Cavour 34, dove i visitatori del Muse riceveranno un omaggio enogastronomico trentino. O ancora, l’Hotel America, in cui usufruire del noleggio bici gratuito per esplorare la zona su due ruote. Per saperne di più c’è una sezione del sito del museo dedicata proprio alle convenzioni.
Copyright: Familygo. Foto di Muse; V. Dirindin