Come si fa a ricordare un sogno? O a comunicare un’emozione e magari dare sfogo alle proprie paure? Si possono scrivere, o ancora meglio, vi direbbero i bambini, si possono disegnare o dipingere! Ed è proprio per questo che con loro può essere molto affascinante visitare la mostra del pittore che più di ogni altro ha tradotto in arte passioni e sentimenti. Stiamo parlando di Edvard Munch, a Roma a Palazzo Bonaparte, fino al 2 giugno 2025.
Tutti, compresi ragazzi e bambini, conoscono il grido di Munch, dal momento che è l’unica opera a cui è stata dedicata un’emoticon. Ma vedere dal vivo uno dei quadri più iconici del mondo (qui solo in versione litografica, vi avviso subito) non è il solo motivo per visitare la mostra “Munch, Il grido interiore“, arrivata a Roma, dopo il successo milanese, lo scorso 11 febbraio. È anche un’ottima occasione per parlare ai (e con i) giovani visitatori di emozioni. Un’occasione rara tra l’altro, visto che la maggior parte delle opere del pittore sono custodite al Munch Museum di Oslo ed erano vent’anni che non assistevamo a una esposizione così ricca e completa. Il museo ha infatti eccezionalmente effettuato un prestito di oltre 100 tele che spaziano dalle prime realizzazioni ai quadri più recenti.
Rendere visibile l’invisibile: il messaggio universale di Munch
Quasi sempre se chiedete ai bambini di rappresentare le loro sensazioni, lo faranno attraverso un disegno saturo di colori. Sugli scaffali delle librerie, d’altronde, campeggiano tantissimi libri per l’infanzia che attribuiscono un colore a ogni emozione e con Inside Out anche il cinema ha fatto la sua parte. Non sarà quindi difficile parlare di Munch ai bambini seguendo proprio il fil rouge dei colori. Perché Munch è sì un artista complesso – influenzato da impressionismo, neoimpressionismo, sintetismo, simbolismo e anche da correnti psicologiche e psicoanalitiche – ma al tempo stesso è straordinariamente potente e diretto da arrivare subito ai più giovani.
I blocchi di colori forti, ma anche le ombre, le prospettive discordanti, i volti senza sguardo, i paesaggi stralunati ci aiutano a capire come si può esprimere ciò che si sente, compresi sentimenti di rabbia, angoscia, paura, solitudine.
Lo stesso Munch ha sempre ammesso che i suoi lavori non erano una descrizione fedele della realtà, ma un ricordo, un’impressione, addirittura un diario. L’espressione di come la sua mente ha filtrato ciò che ha visto, rendendo visibile l’invisibile.
La mostra di Munch con i bambini: cosa ci è piaciuto di più
Le opere in mostra sono moltissime, con i bambini necessariamente bisogna fare una selezione. Tra le più intense e significative per noi sono state “Malinconia di Laura Munch” o “Disperazione”, ma anche opere più serene e luminose nella sua produzione artistica, come “Coppie che si baciano nel parco”, gli “Uomini con cavallo e carrello” e i “Tronchi d’albero”. Una curiosità: sapete che alcuni dei quadri chiamati “Vampiro”, erano stati in origine pensati come semplici abbracci?
Da non perdere ovviamente le “Ragazze sul ponte”: provate a capire perché la luna in cielo non si riflette nell’acqua, o perché invece il riflesso dell’albero è così grande. Accanto, provate a osservare la “Notte stellata”: noi ci abbiamo visto l’aurora boreale, voi che ne dite?
Lasciatevi poi un po’ di tempo per la sala multimediale: mettetevi al centro e provate l’emozione di finire dentro le tele!
Tra le opere, infine, c’è anche una delle versioni litografiche de l’Urlo. Accanto, un video molto interessante che racconta la nascita dell’opera, il suo essere diventata così famosa e universale da aver subito diversi furti nel corso degli anni ed essere stata stampata un po’ ovunque, fino a caratterizzare cartoni animati, film e, ovviamente, l’emoticon che tutti conosciamo. Se a questo punto non resistete alla tentazione di acquistare anche voi un oggetto cult, al bookshop si trova di tutto, persino quadri dell’urlo in versione LEGO!
Visite guidate per famiglie
Una delle modalità migliori per approcciare la mostra di Munch con i bambini è sicuramente la visita guidata. Per questo lo stesso Palazzo Bonaparte organizza percorsi pensati per le famiglie con bambini dai 4 ai 12 anni.
Anche l’associazione Mage, Arte per bambini, con la quale siamo stati più volte a Roma in visite guidate, propone l’esperienza con i bambini a partire da 8 anni e la consiglia particolarmente ai ragazzi dai 12-13 anni perché affronta temi nei quali possono ritrovarsi, rendendo il messaggio di Munch attuale e vivo. Accompagnando i visitatori attraverso i colori brillanti, i contorni morbidi e le immagini potenti e poetiche, li invita a riconoscere le sensazioni, le esperienze, il proprio mondo interiore che urla dall’interno di ogni quadro. La visita dura circa due ore e abbraccia una selezione delle opere particolarmente adatta all’età dei partecipanti.
Informazioni Utili
La mostra “Munch, il grido interiore” è a Palazzo Bonaparte dall’11 febbraio al 2 giugno 2025. Tutti i biglietti – a data fissa o open e le visite guidate per bambini – possono essere acquistati direttamente sul sito ufficiale. I prezzi sono: € 19,50 il biglietto intero, € 18,50 da 11 a 18 anni, € 9,50 bambini da 4 a 11 anni non compiuti, gratis fino a 4 anni. Biglietto + visita guidata € 25 per gli adulti e € 15,50 per i bambini.
Vi consigliamo di organizzarvi per tempo se volete partecipare all’attività per famiglie in quanto i posti vanno facilmente esauriti. Al momento è possibile prenotare fino a tutto il mese di marzo mentre le disponibilità successive verranno pubblicate a partire da fine febbraio.
Se volete partecipare invece alla visita guidata dell’Associazione Mage questo è il link per consultare tutte le date e prenotare.
Copyright: FamilyGO. Foto di M. Rosellini