Al Lido di Jesolo la mostra su “Egitto. Dei, Faraoni, Uomini”, curata da illustri egittologi e organizzata da Cultour Active e Venice Exhibition, offre alle famiglie e, soprattutto, ai bambini (dai 3 anni in poi) un viaggio alla scoperta di una delle più affascinanti civiltà antiche!
Le vacanze sono per la famiglia un momento per stare principalmente con i nostri cari, ma anche per arricchire le giornate di gite e visite con ritmi più lenti e mete diversificate.
Da amanti del racconto io e mio marito abbiamo sempre coinvolto i nostri bambini con le storie che riguardano l’archeologia, i miti e il passato, riempiendo di stupore e curiosità il volto dei nostri piccoli. Così, scoprire che a poco più di un’ora da casa si stava inaugurando presso lo Spazio Aquileia 123 del Lido di Jesolo la mostra su “Egitto. Dei, faraoni, uomini” e che all’interno veniva anche ricostruita in scala 1:1 la celeberrima tomba di Tutankhamon, ci ha spinti a inserirla nei nostri programmi e a vivere con i bambini un’esperienza ricca di didattica e di emozioni. Quelle situazioni che capitano al momento giusto e che vanno colte, potendo così riprendere uno dei racconti che da poco avevamo condiviso con Samuele e Sofia (di 6 anni e mezzo e 3 anni mezzo), ossia la famosa e importante scoperta della tomba del “faraone fanciullo”, che per giorni ha accompagnato i nostri pasti a tavola.
La mostra a Jesolo, una sorprendente gita per il weekend
Muniti di guida e libretti per i piccoli sull’Antico Egitto, siamo arrivati all’ingresso della mostra evidenziato da una lunga fila di singoli visitatori e famiglie che aspettavano con grande trepidazione. Sicuramente, tra i diversi motivi che spingono il pubblico a visitare la mostra vi sono l’ideazione e la cura da parte di egittologi di indubbio prestigio, come Emanuele Ciampini e Alessandro Roccati, e i reperti esposti che provengono dai musei e collezioni pubbliche e private molto importanti, a partire dal Museo Nazionale del Cairo, il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze – Museo Egizio, il Civico Museo Archeologico di Asti e il Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste. Insomma, un mostra in cui il rigore scientifico, il bello dei pezzi e il fascino della scoperta sono i punti di forza di questo importante evento che si rivolge a tutti!
L’accesso alla mostra, nonostante sia per piccoli gruppi, è più o meno scorrevole e si ha la possibilità di prendere audio guide per grandi e piccoli, di lasciare le proprie cose in un armadietto e di ‘parcheggiare’ eventuali passeggini, utilizzando un marsupio messo a disposizione dalla mostra… una pensata pratica e utile per le famiglie!
Prima di entrare, a Samuele e Sofia sono state consegnate le loro personali audio guide con testi e spiegazioni alla loro portata, e un piccolo opuscolo dove tra domande, indovinelli e una piccola caccia al tesoro allo scarabeo i bambini si sono divertiti, imparando cose nuove e affrontando le singole sale con entusiasmo!
“Segui lo scarabeo Kepri e scoprirai un mondo di dei, faraoni e uomini che hanno reso immortale la mia terra” … così la scritta sulla parete invitava i più piccoli a partire per le loro scoperte!
“L’Egitto è un dono del Nilo”, l’importanza dell’acqua
Partendo dal Mare Adriatico si sfocia nel Mediterraneo, entrando in contatto con le civiltà che fiorirono sulle sue sponde, Creta e Cipro, per addentrarci fino all’antica Mesopotamia e giungere infine al Delta del Nilo e alla civiltà dei faraoni.
Così scriveva Erodoto, storico greco del V secolo a.C.: “L’Egitto è un dono del Nilo!”. Per tutto l’anno gli Egizi si abbeveravano al fiume e vivevano nell’attesa dell’inondazione periodica… un ruolo fondamentale dell’acqua che ha reso fertile questa terra e che ha favorito i contatti e i rapporti con molti popoli. Insomma, una posizione centrale tra Europa, Asia e Africa che ne fece un luogo di incontro tra genti lontane.
In una delle sale si possono leggere alcuni dei brani tratti da uno dei più magici canti dedicati al fiume: l’inno al Nilo; databile al Medio Regno, traccia un percorso secondo cui la piena del fiume è creata dal dio Khnum di Elefantina e, attraversando le Due Terre, torna nuovamente nel mondo sotterraneo presso Kheraha. La grandezza di Hapi (il Nilo) sta nel vivificare anche le terre dei popoli stranieri, manifestando la sua abbondanza non solo in Egitto ma anche nelle terre di frontiera e il suo modo di manifestarsi in queste terre è sotto forma di rugiada dal cielo, cioè pioggia! Attraversare queste prime sale, in cui il mondo dell’acqua è protagonista, si trasmette ai grandi e ai bambini il senso dello scorrere dell’acqua che sfocia, che bagna e che rende prospera la terra.
I re dell’Egitto!
Il percorso continua con la conoscenza dei faraoni: il termine, che significa “re dell’Egitto” in neoegiziano, giunge fino a noi attraverso la tradizione biblica. Dopo la morte fisica il faraone raggiunge gli dei, i quali lo hanno voluto sulla terra quale garante dell’ordine sociale e cosmico. Tra varie immagini e opere rappresentanti il dio Anubi, considerato il protettore delle necropoli, dio della mummificazione e inventore stesso di questa pratica, arriviamo alla sezione dedicata all’oltretomba dove i bambini tra curiosità e stupore scoprono la conservazione del corpo dei defunti.
Entrando nelle due stanze, i bambini rimangono colpiti dalle ricostruzioni di momenti del rituale della mummificazione. La civiltà egizia elabora un proprio concetto di morte che considera come una parte della vita e immagina un Aldilà ben definito, geograficamente localizzato (a Occidente), affrontabile, se non piacevole. Un passo dei Testi delle Piramidi afferma proprio: “Và, affinché tu torni! Dormi, affinché tu ti svegli! Muori, affinché tu viva!” Per far si che il defunto possa giungere nell’Aldilà e in seguito rinascere e accedere al mondo degli Eletti, è d’obbligo la conservazione del suo corpo attraverso una serie di trattamenti tra cui la mummificazione… ho ancora in mente gli occhi sgranati dei miei bambini quando ascoltavano con le audio guida la descrizione dell’atto dell’estrazione degli organi… una dimostrazione di vero coraggio!
Addentrandoci nelle sale, tra l’ascolto delle audio guida e la caccia allo scarabeo Kepir, arriviamo davanti l’ingresso della tomba dell’artigiano Pashed, caposquadra della manodopera specializzata che risiedeva nel villaggio di Dei el-Medina e realizzava le grandi tombe regali della Valle dei Re. Al suo interno, nella piccola camera realizzata in scala 1:1, una guida accoglie i piccoli gruppi e approfondisce la spiegazione di questa opera d’arte: per riprodurre fedelmente le pitture originali hanno usato una tecnica innovativa (tatoo wall), con una definizione precisa al millimetro! Anche in questo piccolo spazio i bambini si sono dimostrati attenti rispettosi del luogo!
Al cospetto di Tutankhamon e della mummia di Asti
Dopo essere saliti al piano rialzato per scoprire e ammirare la sezione dedicata alle protagoniste indiscusse della storia egizia – regine e dee -, dove la mia bambina di soli tre anni era attratta da gioielli, trucchi naturali e arredi regali, arriviamo a uno dei settori che più ha emozionato e colpito i miei bambini… sicuramente ben preparati dai nostri racconti precedenti.
Stiamo parlando della leggendaria tomba di Tutankhamon, il giovane faraone della XVIII dinastia egizia, scoperta da Howard Carter nel 1922 e qui ricostruita fedelmente 1:1. Guardare i miei bambini che con grande entusiasmo e curiosità, nonostante la successione e la ricchezza di stimoli delle sale viste in precedenza, si avvicinano alla camera sepolcrale, ammirano la decorazione pittorica della Camera Funeraria e corrono verso la parete con i due fori attraverso cui l’archeologo Howard Carter vide “cose meravigliose” il 4 novembre 1922, sono tutte scene impagabili e ti ricompensano del tempo passato in casa a raccontare loro il passato.
Arriviamo alla parte finale di questa mostra ricca ed entusiasmante, dove la protagonista assoluta è la mummia di Asti, da poco restaurata e mai esposta al pubblico, che coinvolge i visitatori in una vera e propria attività di ricerca scientifica tramite un’installazione multimediale. Spetta a voi scoprire di chi era il corpo della mummia? Domanda che troverà risposta nella sala a lei dedicata.
Concludiamo la mostra con gli occhi e la mente pieni di cose belle e interessanti; prima di riprendere le nostre giacche ci facciamo un giro nel piccolo bookshop dove i bambini chiedono di comprare un ricordo di questa esperienza che continua dopo settimane a ritornare nei loro racconti. Uscendo dall’edificio della mostra ci dirigiamo verso l’installazione di sabbia che ci parla ancora dell’Egitto e che aumenta la voglia e il desiderio di organizzare un viaggio nella terra baciata dal fiume Nilo e rivivere le storie e le imprese di cui questa mostra ci ha nutriti.
Buon viaggio a tutti!
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Copyright: Familygo. Foto di A.R. Lisella