A Uzès, in Occitania, sorge il Museo Haribo dedicato alla storia e al futuro dei dolciumi più famosi al mondo. Un’oasi coloratissima, con immancabili spazio giochi e punto vendita, dove grandi e bambini possono fare una sosta golosa prima di riprendere il viaggio. Lo abbiamo visitato per voi.
Golosi di tutto il mondo unitevi! E se siete di passaggio per l’Occitania, nella Francia del Sud, non perdetevi una sosta nel piccolo Museo Haribo a Uzès. Una sosta che i bambini adoreranno.
Il Museo Haribo: una “fuga” nella golosità
Aperto nel 1996, questo “tempio della golosità“, come amano definirlo qui, vuole essere un viaggio nella storia della produzione dei “bonbon” (inutile dirlo, l’originale francese ci piace più di qualsiasi traduzione italiana) che vengono prodotti proprio nella fabbrica adiacente. Ma prima di tutto vuole essere una “fuga” dal quotidiano e un tuffo in qualcosa che di solito ci concediamo con parsimonia, i dolciumi appunto. “Escapade“, la chiamano qui, che possiamo tradurre come fuga, scappatella… qualcosa insomma che interrompe la nostra quotidianità.
E qui, innegabilmente, è tutto “extra”: i colori, in primis, gli effetti, e soprattutto le quantità e le tipologie di “bonbon” che si possono scoprire (alcune sconosciute al mercato italiano) e acquistare nella boutique che conclude il percorso di visita.
Percorso di visita che si apre con la consegna di alcuni gettoni, scopriremo alla fine a cosa servono, e che consta di quattro sale, le prime tre dedicate alla storia dell’azienda (dalla nascita al presente, illustrando anche le modalità di produzione e le macchine impiegate) e ai prodotti.
Interessanti anche il viaggio nella promozione pubblicitaria della Haribo e alcune proposte che sembrano strizzare l’occhio alla pop art e ad Andy Warhol come videoclip in puro stile anni ’80 o una foto della “Ragazza col turbante” (meglio conosciuta come la “Ragazza con l’orecchino di perla”) di Vermeer che porta alle labbra un Tagada. Che scopriamo essere il nome francese di quelle che per noi sono le “fragoline”, vera superstar tra i prodotti esposti. Forse perché un classico del gusto o forse per la loro intrinseca “instagrammabilità”.
Quello che ci ha colpiti, al di là della commercialità di tutta l’operazione (si mette in programma e si parte consapevoli) è la cura dei particolari, l’attenzione ai dettagli e la resa estetica complessiva di ogni ambiente.
Nell’ultima sala, infine, si possono vedere in funzione le macchine, azionabili con i gettoni consegnati all’ingresso, e si possono scegliere tre tipologie di caramelle disponibili per l’assaggio e vederle imbustare sotto ai propri occhi.
Cosa vedere nei dintorni
La visita al museo è tutto sommato veloce: a fare la differenza sui tempi di permanenza sono piuttosto le soste allo shop e al coloratissimo parco giochi esterno. Questo per dire che il museo, da solo, non è un’attrazione a cui dedicare un’intera giornata di viaggio. Quanto piuttosto una sosta – ludica e leggera – in un itinerario alla scoperta delle bellezze storiche e naturalistiche della Francia del Sud.
Le località vicine più interessanti sono sicuramente Avignone (da cui partivamo) in Provenza, Pont du Gard e Uzès.
Della “città dei papi”, quella a cui tutti associamo la parola “cattività”, abbiamo apprezzato il Palazzo dei Papi e, forse ancora di più, il ponte di Saint-Bénezet (quello della famosa canzone per bambini “Sur le pont d’Avignon“) sul Rodano, da cui si ammira una splendida vista sulla città.
Di Pont du Gard, ponte romano a tre livelli parte dell’omonimo acquedotto, ricordiamo soprattutto le imponenti architetture immerse nel verde.
E Uzès, nello stesso comune del museo Haribo, ci ha stregati per l’incantevole città vecchia in pietra chiara e circondata dalla campagna che le è valso più di un confronto con la Toscana.
Per informazioni
www.laboutiqueharibo.fr/musee-bonbon-haribo-fr/musee-bonbon-haribo-FR.html
Copyright: FamilyGO. Foto di E. Fasan