Nel Friuli Venezia Giulia terra di confine c’è una città che del confine è l’emblema. E’ Gorizia, antica città asburgica e porta di un’Europa altra, che con la vicina Slovenia condivide metà della propria “anima”, Nova Gorica. Tra Est e Ovest, tra tradizione e modernità, una città di castelli e palazzi nobiliari, ma anche una città che sfuma armoniosamente nella natura circostante.
Una vacanza a Gorizia coi bambini è inevitabilmente una vacanza di confine. Perché parlare di Gorizia, in Friuli Venezia Giulia, senza parlare di Nova Gorica, la sua metà slovena, è impossibile.
Diversissime dal punto di vista architettonico – ricca di edifici di interesse storico Gorizia (tanto da essere soprannominata la Nizza degli Asburgo), moderna e funzionale Nova Gorica – le due città sono in realtà legate non solo dalle complesse vicende del secolo storico, ma anche da una commistione di lingue (qui la maggior parte delle persone è naturalmente bilingue) e legami di parentela e dall’idea stessa di essere gente di confine che fa parte del DNA, un po’ come avere il gene per gli occhi chiari o quello per i capelli scuri.
Un simbolo su tutti? Piazza Europa (storicamente conosciuta come Piazza della Transalpina), simbolicamente e concretamente divisa tra Italia e Slovenia: qui il confine, un tempo un muro, è rappresentato da un piccolo mosaico circolare e da una linea di mattonelle di pietra che si può superare con un semplice passo (immancabile la foto con un piede in uno stato e uno in un altro) e qui sorge la vecchia stazione cittadina (ora stazione di Nova Gorica) che non a caso è conosciuta dagli “italiani” come Gorizia Confine.
Sarà che ho un marito proprio di Gorizia, con metà della famiglia che vive nella bellissima campagna slovena a pochi chilometri dal confine, sarà che le nostre incursioni da queste parti sono un continuo va e vieni attraverso i valichi che rappresentano memoria vivente di un periodo in cui l’asse Gorizia – Nova Gorica era ben più di un confine di stato, sarà che le linee telefoniche fanno la loro in un miscuglio di operatori italiani e sloveni che non sempre tiene conto della geografia, ma almeno a casa nostra la Mitteleuropa come concetto affettivo, prima ancora che culturale e sociale, è ben presente.
E a conferma di tutto ciò la nomina delle due città a Capitale Europea della Cultura 2025. Che ha portato nelle due città fervore e cantieri per presentarsi al meglio ai tanti ospiti attesi per il prossimo anno.
Leggi anche cosa vedere a Nova Gorica e subito oltre il confine coi bambini.
Cosa vedere a Gorizia con i bambini
Antica, sospesa nel tempo e dominata da un castello medievale: appare così Gorizia alle famiglie che si muovono alla sua scoperta. E proprio dal Castello, che sorge sulla sommità di un ripido colle, inizia la nostra perlustrazione della città. Ci sentiamo un po’ cavalieri mentre ci muoviamo tra le secolari mura di pietra e lo sguardo da quassù sembra davvero poter arrivare ovunque, sulle colline circostanti e – con un po’ di fantasia – anche fino al mare. Il castello ospita il Museo del Medioevo Goriziano sede anche di mostre temporanee.
La vista sulle vie e i palazzi sottostanti, che si ammira dalle torri del maniero, ci rivela una piacevole convivenza di architetture medievali, barocche e ottocentesche: moltissimi gli edifici di culto (dalla Cattedrale alla chiesa del convento dei Cappuccini, dalla chiesa di San Rocco alla Sinagoga nell’antico ghetto ebraico), altrettanti gli edifici “civili” come Palazzo della Torre, Palazzo Werdenberg e Palazzo Attems Petzenstein.
Tanti e curiosi anche i musei, come Musei Provinciali con il Museo della moda e delle arti applicate, il Museo della Grande Guerra e la Collezione Archeologica.
Fiumi e monti: la natura tutto intorno
Eppure, nonostante la ricchezza delle architetture cittadine, ci sembra che a caratterizzare Gorizia siano soprattutto le alture che la circondano: vuoi perché la casa della nonna paterna spalanca le sue finestre direttamente sul monte Calvario (un complesso boschivo di molti ettari appena fuori dal centro su cui sorge il sacrario di Oslavia dedicato ai caduti italiani e austro-ungarici della Grande Guerra) o vuoi perché tutto intorno sorgono le colline del Collio celebri per i vini che producono.
O ancora vuoi perché anche poco lontano ci sono monti che “parlano” dei conflitti, terribili, del secolo scorso come il Monte San Michele a San Martino del Carso (sì, proprio quello della poesia di Ungaretti), con il Museo all’aperto che ospita la Galleria Cannoniera e il Museo della Guerra in paese.
Elemento imprescindibile del paesaggio goriziano è anche il fiume Isonzo che nasce in Slovenia ed entra in territorio italiano proprio a Gorizia separando il centro storico dalla frazione di Piedimonte (così chiamata perché sorge ai piedi del Calvario e collegata al resto della città da una passerella pedonale che attraversa il fiume) per poi scorrere sull’altipiano del Carso. Fino a gettarsi nell’Adriatico all’altezza di Grado, la bella località balneare che era stata riconosciuta dall’imperatore Francesco Giuseppe quale “stazione di cura ufficiale” dell’Impero asburgico e che dista da Gorizia una quarantina di km.
Ed è proprio qui, dove il fiume incontra il mare, che possiamo immergerci nella Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, ricca di specie vegetali e animali e dimora dei bellissimi cavalli bianchi Camargue.
Sono le sponde del fiume, dalle inconfondibili acque verde smeraldo, a offrire uno dei principali motivi di una vacanza a Gorizia e dintorni coi bambini, ovvero itinerari per trekking e mountain bike, a partire dalle aree verdi cittadine come il Parco Piuma, dove ammirare cigni e germani reali, il Parco di Campagnuzza – S. Andrea, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg (che accoglie alberi di tutto il mondo) e il Parco della Rimembranza in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale.
Ricordiamo anche che a Grado si conclude la ciclovia Alpe Adria che unisce Salisburgo all’Adriatico passando – in Italia – per Tarvisio, Venzone e Udine.
Nelle nostre scorribande qua e là del confine ci siamo divertiti a seguire l’Isonzo anche in direzione “ostinata e contraria”, ovvero verso la sua sorgente in Val Trenta. E ci siamo fermati a Santa Lucia d’Isonzo (in sloveno Most na Soči, lett. “Ponte dell’Isonzo”) dove il fiume Idria si getta appunto dell’Isonzo e dove un piccolo lago nato proprio dall’inondamento dei meandri del fiume attira i pescatori e i visitatori affascinati dalla bellezza del posto e dai sentieri panoramici tutto intorno.
Spingendosi ancora un po’ più in là si arriva a Caporetto, teatro dell’omonima battaglia durante la prima guerra mondiale, col suo Museo della Guerra. Sono passati pochi anni dal centenario della Grande Guerra e una visita alla località può essere un’ottima occasione per parlare ai bambini della guerra, soprattutto in questi anni di difficilissima situazione internazionale. E per ricordare loro che, come diceva Gianni Rodari, “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra“.
Cosa vedere nei dintorni
Città di confine, l’abbiamo detto e ridetto, Gorizia è non solo una città da scoprire coi bambini ma anche – proprio per la sua posizione strategica – la base per partire alla scoperta dei dintorni, sia in Italia che in Slovenia.
Dalla vicinissima Monfalcone, celebrata negli anni Trenta del secolo scorso dal documentario “Cantieri dell’Adriatico” e oggi nota appunto come “città delle navi da crociera” proprio per l’importanza della cantieristica nautica (cui è dedicato anche il MuCa, il Museo della Cantieristica) e apprezzata per le sue molte marine turistiche, alla già citata Grado. Da Udine a Trieste, fino a Redipuglia col suo sacrario militare, anch’esso tappa del turismo transfrontaliero sulle tracce della Grande Guerra.
Comode e facilmente raggiungibili anche alcune mete in terra slovena: le grotte di Postumia, che distano appena 40 km dal confine, e la capitale Lubiana, col suo castello e i suoi secoli di storia, a circa un’ora di strada. Ma anche Lipizza, ad appena 20 km da Trieste, sede uno dei più antichi allevamenti di cavalli del mondo. Da non perdere, se le condizioni lo consentono, lo spettacolo della scuola di equitazione classica.
Copyright: FamilyGO. Foto di E. Fasan; www.turismofvgfoto.it/ G. Baronchelli/ M. Crivellari/ L. Vitale/ M. Milani