Da sei anni il sito mercatidiroma.com si dà la missione di raccontare banchi e bancarelle della Capitale, con un’inviata speciale – l’immaginaria Alice – una bambina che scova i luoghi più adatti ai suoi coetanei, segnala gli ambienti più accoglienti e consiglia persino qualche gustosa ricetta.
Roma ha tantissimi mercati rionali: centro nevralgico del quartiere, sono più di cento solo quelli quotidiani, a cui si aggiungono i mercati del weekend, i mercati della terra e quelli del vintage e dell’artigianato. Un po’ metafora di tutta la città, anche il mercato a Roma è una miscela di accoglienza e respingenza, soprattutto quando si tratta di bambini. Per questo il sito mercatidiroma.com ha scelto di avere una sua inviata “immaginaria” molto speciale. Lei si chiama Alice, e da più di sei anni gira per banchi e bancarelle della Capitale alla ricerca di luoghi dove fare la spesa con curiosità e divertimento, tra colori e sapori, cercando non solo i migliori prodotti, ma anche storie e “facce da mercato”, da imprimere nella memoria. Tutto ovviamente visto ad altezza bambino. Ne sono nati dieci consigli, eccovene i primi cinque.
1. Mercato Testaccio
Il Mercato Testaccio, nel centro di un quartiere ricco di archeologia, gastronomia e urbanistica, è quello che più incarna il compromesso fra passato e futuro. Qui avete due grandi opportunità: gli Open day, giornate intere dall’alba alla mezzanotte in cui il mercato si veste a festa con musiche, danze, laboratori e soprattutto street food per tutti i gusti, e il SottoSopra. Alice lo racconta così: “Sotto il mercato di Testaccio c’è un posto segreto e bellissimo; purtroppo non è sempre aperto ma dovete fare di tutto per farvici portare. E’ andata così: mentre facevano i lavori per far nascere il nuovo mercato hanno trovato dei pezzi di cose antiche che gli archeologi chiamano reperti; sono di tantissimi anni fa, mi hanno detto tra il I e il III secolo d.C. quando i romani si chiamavano latini e parlavano latino! Prima gli archeologi ti spiegano tutto quello che hanno trovato, come hanno fatto a trovarlo e come hanno fatto a tirare fuori le cose antiche senza romperle, ti fanno fare dei giochi e ti insegnano un sacco di cose. Poi ti portano di sotto a vedere l’horreum, una parola latina per dire magazzino. Lì sotto sembra di essere saliti con la macchina del tempo: è un’atmosfera incredibile, ci sono un sacco di antiche anfore utilizzate al posto dei mattoni per fare i muretti. Gli archeologi sono specializzati per noi bambini, ma fanno anche tour per i grandi e persino in inglese per quelli che non parlano italiano.” Per saperne di più si può guardare sulla pagina facebook di SottoSopra.
2. Mercato di Piazza San Cosimato
Il mercato di Piazza San Cosimato a Trastevere risale all’inizio del Novecento e ci sono commercianti che discendono direttamente da quei primi venditori, arrivati almeno alla terza generazione nel fornire frutta, verdura, formaggi, carni e pesci ai trasteverini, ai romani di passaggio o anche ai turisti che sempre più spesso affittano case piuttosto che andare in albergo. Mentre i genitori fanno la spesa i figli possono giocare nel parchetto della piazza, ma la cosa che più ha colpito la nostra Alice non sono i soliti giochi, ma… “L’avete mai visto in giro per Roma un camion giallo e bianco con un bassotto, che legge un libro? Probabilmente sì e probabilmente sapete che si tratta della libreria itinerante OttimoMassimo, itinerante perché se ne va in giro insieme alle sue due libraie a portare libri nelle scuole e anche nei posti dove è più difficile farli arrivare. Ecco da un po’ di tempo Ottimo Massimo ha trovato anche una tana e sta proprio vicino al mercato. Lo spirito è lo stesso soltanto che c’è un posto dove leggere e fare anche tante altre cose come i laboratori di pittura e illustrazione e una volta ci ho visto anche un bellissimo spettacolo di ombre cinesi. Quando andate al mercato con la mamma fatevici portare. Le libraie di OttimoMassimo hanno inventato anche un’altra cosa bellissima: nel parchetto hanno messo una piccola libreria che ha un’unica regola, prendi un libro e ne lasci un altro. Però mi hanno detto di dirvi una cosa… se potete i libri che volete regalare portateli a loro in libreria, così li controllano, li “restaurano” se occorre e poi li portano là”.
3. Mercato Trieste
Il mercato coperto di via Chiana (o Mercato Trieste) ha scampato il pericolo di esser abbattuto per far spazio ad un centro commerciale e ora, grazie all’iniziativa di alcuni giovani (di età e/o di spirito) commercianti – a partire dal presidente Amedeo – si sta rinnovando sempre di più. Quasi ogni sabato sera il mercato si trasforma in #dopomercato con musica, vino e buon cibo allestito tra i banchi, ma per Alice il momento più bello è il sabato mattina e vi spiega perché. “Tutti i sabati cerco di convincere la mamma che sia assolutamente necessario fare la spesa, che non sopravviveremmo mai con le scorte nel fine settimana perché al mercato Trieste dalle 10 alle 13 c’è un laboratorio bellissimo dove ti insegnano a fare le tazze, i vasi e pure a colorarli. Tutto grazie a delle maestre bravissime che si chiamano ceramiste la cui associazione ha un nome troppo bello, Pandora”. Info utili anche sulla pagina facebook del mercato Trieste.
4. Mercato Nomentano
Tra i più antichi di Roma (costruito nel 1926), il mercato Nomentano è tra quelli che hanno trovato una sua dimensione nel rinnovamento e soprattutto nella creazione di uno spazio di condivisione, una sorta di piazza con tavoli e appoggi realizzati in stile mercato con i pancali di legno. Dotata anche di wifi, è perfetta fare una pausa, leggere il giornale e soprattutto fare book-crossing (prendo un libro solo se lo porto). Oppure per mangiare qualcosa. Tanto di locali ce n’è per tutti i gusti: dal bar di Mary che offre, oltre a panini e tramezzini, anche piatti pronti, alla gastronomia De Angelis, specializzata in prodotti campani, a Ciao Checca Box, street food che dalla tradizione romana si è aperto anche ai piatti senza glutine. Tra libri e merenda anche i bambini hanno il loro spazio di azione, la piazzetta è graziosa ed è un luogo di gioco anche se fuori piove. Se poi di quei bambini ce n’è qualcuno romanista, è tappa obbligatoria. Racconta infatti Alice: “Io sono nata di mercoledì, e quando sono tornata a casa dall’ospedale era sabato. Avevo quattro giorni (fino a quattro so contare anche io!). Mio papà la sera si è accoccolato sul divano, mi ha piazzato sul suo petto (la chiamano canguro terapia, ma mio papà non aveva nessuna tasca sulla pancia) e mi ha detto: ‘Adesso Alice, guardiamo la Roma’. Io a dire la verità ho dormito quasi sempre, ma la Roma ha vinto e mio papà era contento. Per tutte le partite restanti del campionato mi ha voluto come mascotte, ma mi sembra che le cose tanto bene non sono andate quell’anno. Poi sono cresciuta: ora riconosco anche i colori della squadra di papà, quando la vede in tv ci avvolgiamo insieme nella sciarpa giallorossa e mi ha promesso che appena sono un po’ più grande mi porta allo stadio. Quando siamo stati al mercato di piazza Alessandria mamma e papà hanno parlato a lungo con un signore che la pensa come papà in fatto di gol. Nel suo banco di macelleria aveva anche lui sciarpe, gagliardetti, maglie e pure foto dei giocatori della Roma. Aveva persino una maglietta con l’autografo di uno importante, Mazzone, mi ha detto papà che si chiamava. Ho sentito dire che il signor Bruno non solo è un tifoso, come papà, ma è un azionista. E quando ho chiesto a mamma cosa fosse un’azionista, lei mi ha detto che il signor Bruno possiede un pezzetto della Roma, che è sua, che l’ha comprata con i soldi che ha guadagnato vendendo polli e cotolette. Io non l’ho detto a mamma, ma è da allora che mi domando: chissà che pezzo gli è toccato?”.
5. Mercato Monti
Finalmente, dopo un lungo periodo di abbandono, con pochissimi resistenti (il macellaio Karim e un alimentari) che per anni hanno tenuto il punto, il mercato rionale Monti sta riprendendo vita. Storico mercato al coperto realizzato in epoca fascista, portò alla luce durante gli scavi per la sua costruzione testimonianze di reperti di età Augustea, tra cui pavimenti a mosaico. Oggi quello di via Baccina è un piccolo spazio che sta piano piano ritrovando la sua identità. A contribuire a questo rinnovamento ci sono tre persone che lo rendono un posto amato da Alice; c’è Marta che con le sue centrifughe e spremute è sempre pronta a trasformare in bevanda da cannuccia frutta e verdura del suo banco; Michela, che accanto alla produzione artigiana sua e di alcuni colleghi ha una collezione di libri e giocattoli in legno veramente speciali, e infine Filippo ovvero Pippo Tortellino. Che Alice ci racconta così: “Pippo è un amico della mamma, ha tre grandi passioni: la pesca, i tatuaggi e la pasta all’uovo. Di queste tre cose io mi tengo i tortellini che asciutti o anche in brodo sono speciali. Una volta però mi ha fatto assaggiare una torta buonissima: la crostata di ricotte e visciole. Era così buona che mamma si è fatta dare la ricetta“.
Siete curiosi di conoscere le chicche scovate da Alice negli altri cinque mercati? Allora continuate a seguirci per leggere la seconda puntata de I mercati di Roma a misura di bambino!
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