L’Orto Botanico di Padova, la “madre” di tutti gli orti botanici del mondo: il più antico e Patrimonio dell’Umanità Unesco. Al giardino cinquecentesco si sono aggiunti un avveniristico Giardino delle Biodiversità nel 2014 e il Museo Botanico nel 2023. Un luogo di quiete e studio, ma anche di eventi e vivaci attività per tutta la famiglia.
Arriviamo all’Orto Botanico di Padova in un giorno di festa: la bella stagione che sembra quasi un preludio d’estate, una festa da calendario, un’iniziativa in corso – “Risvegli” – per celebrare l’arrivo della primavera e decine di di persone ad affollare (finalmente, dopo due anni di pandemia) i viali e le serre di questo angolo verde in centro città, conteso tra le cupole della Basilica di Sant’Antonio e quelle di Santa Giustina.
Eppure noi, che da padovani doc ci rifugiamo spesso tra queste mura, dell’Orto Botanico di Padova conosciamo anche l’altro volto, quello della quiete, del silenzio, della contemplazione della natura, della pace che ha permesso nei secoli agli studiosi di lavorare nelle condizioni ideali e di fare di questo posto “l’Orto madre” di tutti gli Orti, modello di ispirazione per analoghe strutture in altri paesi e luogo di grande influenza nel mondo scientifico, non solo botanico.
Tanto da essere stato inserito nel 1997 nel Patrimonio dell’Umanità Unesco proprio con questa motivazione: “L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia“.
L’Orto Botanico più antico del mondo…
Nasce nel 1545 per volontà del Senato dell’allora Repubblica di Venezia, l’Orto Botanico di Padova, esattamente un anno dopo quello di Pisa fondato nel 1544: l’aver mantenuto la posizione originaria inalterata regala però al giardino patavino il prezioso primato di Orto Botanico più antico del mondo.
Nasce come luogo di studio, dunque, e nasce forse come luogo di una cultura aulica e fuori dalla portata dei più, ma si evolve nei secoli, si amplia, si difende con una cerchia muraria sempre più solida, ruba pezzi di spazio alla città (o forse li restituisce in termini di verde pubblico) e diventa quello che è ora, il fiore all’occhiello dell’Università di Padova (cui appartiene), della città e dei suoi cittadini.
Con le circa 3.500 specie (medicinali, carnivore, velenose, succulente, acquatiche, ornamentali) ospitate, con l’archivio, l’erbario, la biblioteca e tanti angoli da immortalare, come la celebre palma di Goethe (la pianta più antica qui conservata), l’Orto antico è un luogo di raccolta, conservazione e studio di gran parte del regno vegetale e propone collezioni tematiche, ricostruzioni di ambienti specifici e piante storiche.
… e il Giardino delle Biodiversità
Un luogo speciale a cui si aggiunge, nel 2014, un nuovo luogo altrettanto speciale: il Giardino delle Biodiversità, una avveniristica struttura costruita per la gran parte in vetro e progettata per sfruttare l’energia rinnovabile di acqua e sole, che svela già nel nome la missione degli orti botanici moderni. Ovvero quella di salvaguardare la biodiversità del pianeta, necessità particolarmente sentita oggi che un modello di sviluppo non sostenibile sta mettendo a rischio molte specie vegetali ed animali e i loro habitat.
La grande serra del Giardino delle Biodiversità accoglie, infatti, 1.300 specie di vegetali e accompagna il visitatore in un viaggio ideale attraverso i principali biomi presenti sul nostro pianeta, organizzati secondo un gradiente di umidità decrescente che è ripreso anche dall’andamento decrescente della struttura.
Si passa dalla foresta tropicale pluviale (qui – lo ammettiamo – il primo impatto con l’elevato tasso di umidità è davvero “importante”) a quella subumida, dalle aree temperate e mediterranee a quelle aride (dove l’acqua – guida ideale del nostro cammino nelle serre – scarseggia e ci ricorda la sua natura di elemento tanto più prezioso quanto più limitato) e si scoprono gli adattamenti delle piante alle diverse condizioni climatiche.
Ma il viaggio che facciamo non è solo un viaggio nello spazio: è anche un viaggio nel tempo che racconta le relazioni tra l’uomo (per una volta non l’unico protagonista della “storia”, ma solo uno degli elementi del gioco tra botanica e antropologia) e la natura, dalla preistoria all’agricoltura (si raccontano, ad esempio, i processi di domesticazione dei principali cereali) fino una proiezione nel futuro. Fino alla scienza che porta le piante nello spazio aprendo la via a forme di adattamento a condizioni climatiche estreme, rese possibili dalla tecnologia e dalla volontà dell’uomo di superare i limiti finora conosciuti.
Attenzione: le serre sono chiuse al pubblico per tutto il 2024.
A febbraio 2023 è stato inaugurato anche il nuovo Museo Botanico, dove scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che inizia dalla sua fondazione e arriva fino al Novecento.
Un orto inclusivo: percorsi innovativi, accessibilità e divulgazione per tutta la famiglia
Oltre che per l’indubbio valore storico e naturalistico l’Orto Botanico di Padova ci piace per il suo essere davvero un luogo per tutti, un luogo inclusivo nel senso più ampio del termine.
Per la cura dei particolari (a partire dal fasciatoio nei servizi), per l’assenza (o comunque il contenimento) di barriere architettoniche, per l’attenzione ai non vedenti grazie a un percorso tattile loro dedicato (un itinerario composto di piante che si possono toccare – le uniche in tutto l’Orto – con i cartelli identificativi tradotti anche in braille).
Per la struttura espositiva che consente visite non troppo faticose (le distanze e gli spazi sono a portata anche di famiglie con bambini piccoli, anziani e persone vulnerabili), per la App che regala un modo facile di scoprire il giardino, le visite guidate e i laboratori didattici offerti.
Tra questi appunto quelli di Risvegli, il Festival con cui l’Università di Padova celebra l’arrivo della primavera. Dal 25 al 28 aprile 2024 l’Orto Botanico di Padova regala alla città e ai visitatori quattro giorni di spettacoli, conferenze, workshop, concerti e soprattutto tante attività per bambini, divise per tipologie e fasce d’età.
Ancora una volta il Festival, giunto alla sua ottava edizione, mette al centro la natura con le sue infinite forme e connessioni: tra scienza e arte, intrattenimento e informazione.
Ma, soprattutto, l’Orto ci piace per la ricchezza e la diversità dei materiali e dei linguaggi utilizzati: esemplari di piante e semi, in primis ovviamente, ma anche reperti antropologici ed etnografici originali (protetti in teche climatizzate), video, riproduzioni 3D, exhibit interattivi e tutto quanto permette al visitatore di “giocare” con i contenuti ed essere coinvolto in una visita che strizza l’occhio all’edutainment.
Le famiglie e i bambini possono così progettare un orto, pianificare viaggi planetari e inventare ricette culinarie con le piante. A noi è piaciuta molto, in particolare, una sorta di cassettiera settecentesca di specie vegetali, che permette di “esplodere” sullo schermo a muro piccole storie sulla pianta, a partire dalla sua riproduzione da erbario antico.
Insomma, un orto antico, antichissimo, ma che parla un linguaggio nuovo ammaliando gli ospiti con suoni, colori ed effetti all’avanguardia.
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Copyright: FamilyGO. Foto di A. Pausi