Un’escursione in canoa sul Fiume Tirino è molto più di una semplice gita. È l’occasione per farsi avvolgere dai turchesi e smeraldi di un’acqua favolosa su cui si adagiano scintillanti salici appena mossi dal vento mentre folaghe e paperelle si muovono tra gli arbusti. Ma è anche un modo per parlare ai bambini di difesa dell’ambiente: questo angolo d’Abruzzo custodisce infatti un vero tesoro di biodiversità e storia da proteggere e conservare.
Arrivati nei pressi del Ponte di San Martino, in località Capestrano, troviamo ad aspettarci sul prato le canoe canadesi, insieme alle guide del Gruppo Il Bosso. “Io voglio stare davanti” dichiara subito Alessio. La nostra guida sorride mentre spiega che il posto davanti è destinato a chi deve aiutarla a pagaiare, mentre il passeggero centrale è quello che si gode il relax. “Ma io voglio pagaiare”, risponde lui. “Pagaiare è più faticoso ma così vedo tutto per primo”. Come dargli torto? C’è anche da dire che il grosso del lavoro lo fa comunque la guida e che il tragitto di ritorno è in totale relax grazie alla corrente che aiuta le canoe, quindi a tutti gli effetti Alessio ha fatto la scelta giusta.
E così inizia la nostra escursione sul Fiume Tirino, in Abruzzo, dove il Parco Nazionale del Gran Sasso incontra quello della Maiella.
In canoa sul Tirino: colori magnifici per un fiume “raro”
Il Tirino ci offre subito il suo lato più spettacolare, con colori saturi che virano dal verde intenso allo smeraldo e poi al turchese insieme a sfumature di giallo. Un paesaggio mozzafiato che non avevamo mai visto in corso d’acqua dolce. Le guide, sempre disponibili e pazienti, ci spiegano che stiamo solcando un fiume raro di risorgiva (i fiumi di risorgiva sono solo il 10% al mondo), le cui acque provengono dal massiccio del Gran Sasso e, grazie al fenomeno del carsismo, percorrono ben 25 km sottoterra per poi emergere limpide e cristalline, così limpide da far aggiudicare al fiume il titolo di più pulito d’Italia.
Altrettanto rara e singolare è la forma del Tirino, a Y perché nasce dall’unione dei due rami del Rio Maggiore e del Rio Minore. Facciamo una sosta proprio nel punto di incontro dei due rami per poi proseguire contro corrente verso la sorgente del Rio Maggiore, con il vento che fa muovere le foglie dei salici, le folaghe con i loro caratteristici “ossi” bianchi sul becco che si nascondono tra gli arbusti e persino alcuni pulcini che nuotano vivaci.
L’acqua ci avvolge con la sua freschezza e sembra di essere in un mondo altro. Prima di riprendere la strada del ritorno, i più coraggiosi possono scendere dalle canoe e bagnarsi le gambe sfidando la temperatura dell’acqua che qui è sempre costante a soli 10 gradi. Un brivido ci corre lungo la schiena ma non ci sottraiamo alla sfida!
Un viaggio nella storia e nelle tradizioni ricco di curiosità
L’escursione sul Tirino non è solo un viaggio nella natura. Lungo il percorso le guide raccontano storie antiche e aneddoti singolari. Ad esempio, sapete qual era il principale motivo per cui si allevavano le pecore un tempo? Se state pensando agli arrosticini… no, non sono loro. Stiamo parlando della lana. Durante la transumanza verso il Tavoliere delle Puglie, i pastori facevano sosta in queste zone e vendevano, anzi barattavano, la lana cotta. E se gli animali non stavano bene li curavano con la corteccia dei salici, che qui crescono in abbondanza, perché contiene un potente antinfiammatorio, la salicina (usata anche per la nostra aspirina!). Tra gli animali endemici c’era poi la rara pecora nera, la cui lana era un vero vanto, a tal punto che in alcuni paesi, ad esempio a Scanno, le donne più benestanti si sposavano con abiti neri.
Scopriamo ancora come, con l’industrializzazione e la nascita di uno stabilimento chimico nel ‘900, l’inquinamento si sia diffuso nell’ultimo tratto del fiume, quello che sfocia nel più grande Pescara. La nostra esperienza diventa così anche un’occasione per sensibilizzare adulti e bambini a rispettare gli ecosistemi e a contribuire a difendere una preziosa biodiversità. Sapete infatti che l’Italia, passando da Lampedusa alle vette innevate del Monte Bianco, è il paese con la maggiore biodiversità al mondo e che l’Abruzzo ne rappresenta in piccolo il primato, spaziando dal mare ai 2.912 metri del Corno Grande, la vetta più alta degli Appennini?
Info e consigli utili per la visita in famiglia
Il Fiume Tirino è lungo 17 km, con il percorso in canoa se ne esplorano circa 2,5 km (per un totale di 5 km andata e ritorno) in 2 ore. Vi consigliamo di vestire sportivi e con scarpe da trekking, nonché avere un giacchetto da tenere a portata di mano anche in estate, nel caso si alzi il vento. I ragazzi vi forniranno invece giubbetto salvagente e sacca impermeabile per mettere gli oggetti preziosi in modo da lasciare lo zaino in auto.
Se volete provare l’ebbrezza di scendere in acqua durante la sosta di metà percorso, molto utili sono i pantaloni trasformabili da lunghi a corti mentre sono da evitare le classiche scarpette da scoglio: portano residui di sale marino che potrebbero contaminare questo delicato ecosistema di acqua dolce.
Da ottobre a marzo sono previste uscite tutti i giorni alle 10.30 (sono al momento però aperte solo le prenotazioni fino al 31.10.2024). Durante la primavera e l’estate ci sono invece anche 3 o 4 turni distribuiti tra la mattina e il pomeriggio; in quest’ultimo caso noi vi consigliamo di scegliere quello di metà mattinata in cui il sole è più alto e i colori più intensi.
Fino a 5 anni i bambini possono essere inseriti tra i due genitori nella stessa canoa, dopo devono invece occupare un posto, anteriore o centrale a seconda dell’età e, come abbiamo visto, della voglia di pagaiare!
Per conoscere prezzi e ulteriori dettagli vi consigliamo di consultare la pagina ufficiale de Il Bosso, che organizza molte altre escursioni sul territorio.
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